BIOGRAFIA
Nata a Parma, ha compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove risiede. Ha lavorato all’Istituto di Anatomia di Parma, illustrando testi scientifici. Negli anni 77/79, collabora con una equipe di psichiatri, ad un percorso artistico all’interno dell’Ospedale Santa Maria della Pietà, per la cura dei malati attraverso pittura e performance. Espone dal ‘79: linguaggio visivo da “Luna Park” metropolitano, con allusioni metaforiche e implicazioni ironiche.
Lavora attraverso forme di quadri, trittici, libri di legno ed altri materiali, un lungo racconto nel tempo e nello spazio. Ideatrice grafica presso il Teatro di Roma, creatrice di scene e costumi, nei primi anni ’80 inserisce nel contesto artistico, performance il cui senso visivo e musicale si collega ad installazioni e ad esposizioni pittoriche. In quel periodo Emilio Villa scrisse per il catalogo Il Beato Creatore che “Gabriella Di Trani, è un occhio che scava e fruga nei magazzini strapieni e sciatti di emblemi ingenui, aggrumante svago neofreudiano (Junghiano, più), squarcio a revisione istintiva di un modello morbido di ambiente di repressività: fatto di amuleti, di strumenti abbandonati, di delusioni e lusioni alchemiche, di schemi standard, di allusioni genocide, di assurdità e sordità cultuali deposte nel loro deposito; come in boutique di folclori ripassati attraverso uno scompiglio ideologizzante”.Cerca di mettere in evidenza i contrasti, le discrepanze del nostro quotidiano vivere, entrare nelle cose, con un richiamo ai simboli del tempo e alle sue componenti allegoriche, lungo un filo di teatralità dove non ha perso di vista l’indicazione della pop art che certo, qui, diviene “altro”: sono segni, segnali, suoni, richiami, giochi di eroi da fumetto che attraversano il vivere amalgamandosi a ricordi, fregi, scritture, frazioni di storia dell’arte, in un tempo che scorre come su un nastro, un tempo senza spessore, dove tutto è sempre qui ed ora. Oltre a diverse esposizioni in Italia e all’estero, ha partecipato, con Polisgramma Gruppo 12 ad interventi miranti ad una coesione con la città e il suo ambiente; è intervenuta a progetti multimediali col Gruppo Sinestetico, oltre ad incontri ed esposizioni con StudiAperti&artistiassociati. E’ presente, tramite installazioni costruite da elementi naturali, ad Opera Bosco, museo di arte nella natura a Calcata.Fa parte delle Associazioni Arte Fuori Centro a Roma, Arte da Mangiare a Milano e BAU a Viareggio. Con Milan Art Center ha partecipato a camera 312-promemoria per Pierre, a cura di R. Maggi, alla 52. Biennale d’Arte di Venezia (2007). Sperimenta anche una dimensione virtuale dell’immagine; nel volume 6°, Ed. Bora, della Storia dell’Arte Italiana del ‘900 di Giorgio Di Genova, si legge che: “Gabriella realizza uno straordinario exploite visivo tecnologico avviando la produzione delle “Macchine del Tempo”, sorta di culle, o pseudo acquari in cui mostrare i propri dipinti che infatti ondeggiano come nell’acqua che invece è totalmente assente”. Allo studio Arte Fuori Centro, nel 2009, con l’installazione SANMICHELEINISOLA “affida, quasi irriverente, una personale riflessione catartica sul dualismo vita-morte, reso più fluido, e meno positivo nel definire confini troppo certi, dalla persistenza della memoria che li sovrappone e confonde ininterrottamente” Ivana D’Agostino.Nel 2009 è intervenuta con una partecipazione poetica al Virtual Mercury House, 53. Biennale d’Arte di Venezia, curatore C. Davinio e nel 2010, tra l’altro, alla performance Sessanta secondi, ma tutti primi al MARTROVERETO a cura di BAU. Nel 2011, presentata da Giorgio Di Genova, ha partecipato al Padiglione Italia, 54. Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi.Nel 2012 espone allo studio Arte Fuori Centro, Roma, Il Giardino delle Delizie, installazione, luci, suoni e immagini, a cura di L. Rea, testo critico di G. Di Genova. Nel 2013, al Lavatoio Contumaciale, Roma, presenta Forme Segni Segnali, a cura di B. Menna. E nel 2014 con la video installazione ad Arte Fuori Centro Dal Mito di Serapide all’Allegoria della Prudenza, conduce una riflessione, mai interrotta, sul tempo, a cura d’Ivana D’Agostino.Per le successive esposizioni controllare “Esposizioni”